Il 9 maggio a Roma, presso l’aula convegni del CNR, si svolgerà la giornata di presentazione dei risultati del progetto SEpiAs (Sorveglianza Epidemiologica in aree con inquinamento ambientale da Arsenico di origine naturale o antropica) finanziato dal Centro per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa.
L’obiettivo di SEpiAs è stato quello di valutare la relazione tra esposizione umana ad arsenico -stimata attraverso dati di inquinamento ambientale e valutata mediante indicatori di dose assorbita- e marcatori biologici di effetto precoce sulla salute, per definire indicatori per un sistema avanzato di sorveglianza ambiente-salute.
Lo studio è stato condotto in quattro aree con inquinamento da arsenico di prevalente origine naturale, Amiata e Viterbese, o di origine industriale, Taranto e Gela.
L’ARS Toscana ha partecipato allo studio come Unità operativa 2 Amiata-Toscana ed ha collaborato alla caratterizzazione ambientale e sanitaria dell’area.
Il progetto nasce dall’interesse, cresciuto negli ultimi anni, circa le esposizioni a dosi moderate di arsenico inorganico e di forme organiche e le conseguenze sulla salute, in riferimento a diverse patologie non tumorali -quali malattie cardiovascolari, diabete e disordini neurologici– su cui le evidenze sono ancora insufficienti o limitate.
I risultati dello studio SEpiAs nel loro complesso suggeriscono di approfondire ulteriormente lo studio delle vie di esposizione a specie organiche e inorganiche di arsenico, e supportano la raccomandazione di attuare misure di prevenzione primaria finalizzate a ridurre il livello di esposizione delle popolazioni.
I materiali, i metodi e i risultati di SEpiAs sono raccolti nella della rivista Epidemiologia & Prevenzione, (Supplemento 2 n° 38 Marzo-Aprile 2014) che sarà presentato in occasione dell’evento e il rapporto conclusivo è pubblicato sul sito di ARS Toscana.
La distribuzione dell’arsenico nei campioni biologici mostra un’elevata variabilità all’interno delle aree ed una marcata eterogeneità tra di esse. La valutazione dei valori medi e di quelli più elevati delle distribuzioni dei campioni mostra similitudini tra quelli di Gela e Taranto che risultano spostati verso l’alto, una posizione intermedia del campione viterbese e valori più bassi del campione dell’Amiata.
In particolare sull’Amiata i risultati ottenuti per quanto attiene l’Arsenico totale sono in linea con quanto precedentemente misurato in uno studio di biomonitoraggio effettuato in quattro comuni dell’Amiata, tra cui quello di Abbadia San Salvatore, dall’ASL 7 "Senese" e ARPA Toscana in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.
Sulla base dei risultati conseguiti, lo studio dà delle indicazioni specifiche per ognuna delle quattro aree indagate, che per l’Amiata si riassumono in un intervento mirato su pochi soggetti, e a livello di comunità per una prosecuzione della sorveglianza mediante ripetizione periodica di campagne di biomonitoraggio umano, senza particolari approfondimenti.