BIRRA Amiata, la birra del cono amiatino ottiene un altro importante riconoscimento, questa volta a livello internazionale. L’azienda dei fratelli Claudio e Gennaro Cerullo che produce birra artigianale dal 2006 entra nel circuito Slow Food e si aggiudica la «chiocciola» entrando a far parte di fatto nella guida alle birre d’Italia edita da Slow Food nell’edizione 2015. Un attestato importante per i due fratelli anche e soprattutto in virtù della dura selezione che viene fatta per ricevere il marchio. «Il significato di avere questo riconoscimento è molto gratificante, — afferma Gennaro — perché reca il marchio Slow Food e perché si pone come strumento utilissimo e aggiornato per tutti gli appassionati e gli operatori del settore birra. Birra Amiata dal 2009 è presente a vario titolo in questa guida con diverse birre prodotte e per arrivare ad avere la chiocciola si è dovuta confermare tutti questi anni su alti standard qualitativi e di costanza produttiva che non rendono semplice questa classifica da parte degli esperti stessi, tutti appartenenti al mondo Slow food nei vari territori, che valutano molto attentamente le aziende e i loro prodotti». Un riconoscimento dunque importante che non premia solo l’azienda dei fratelli Cerullo ma che da valore all’intero territorio amiatino. Si premiano dunque le castagne dell’Amiata in primo piano con la Birra di Castagne Bastarda Doppia, — continua uno dei produttori — che tra l’ altro a febbraio aveva vinto la medaglia d’ argento al concorso birra dell’ anno di Unionbirrai e si conferma nella guida, una birra di grande interesse oltre che per la qualità, per il suo indovinato aggancio con il territorio, con le sue pregiate castagne, prendendo la definizione imponente di Birra Slow». La Contessa piuttosto che la Drago della Selva, particolare birra affumicata dedicata al comune di Santa Fiora, sono solo alcune delle birre artigianali che si potranno degustare al Birra Amiata House, steakhouse, pizzeria e ristorante dell’azienda Cerullo, prossimo all’apertura nel mese di maggio, nei locali dell’ex Chiaro Scuro, ad Arcidosso.
«Non vogliamo andare sulla tradizionale e tipica cucina della trattoria toscana — continua Gennaro — ma vorremmo impostare i menù sulle caratteristiche dei nostri prodotti, ad ogni piatto la sua birra. Vogliamo somministrare le nostre birre preparate ad Arcidosso pochi giorni prima e quindi freschissime, utilizzando anche prodotti del territorio secondo metodi e processi ancora legati alla trasformazione delle materie prime non filtrate o pastorizzate. In questa nuova avventura – conclude – saremo accompagnati da Emilio Quattrini che ha accettato con entusiasmo il nostro progetto e al quale và tutto il nostro ringraziamento».