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55% e non solo nelle scelte del Governo Monti

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Il neo ministro per l’Ambiente Corrado Clini conferma il ritorno degli sgravi fiscali per la ristrutturazione energetica degli edifici e un nuovo provvedimento sugli incentivi per le fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico. Clini annuncia anche quale sarà la posizione alla Cop 17 di Durban

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

La misura della detrazione fiscale del 55% per i lavori di riqualificazione energetica degli edifici “va mantenuta perché l’effetto economico è positivo, cioè l’incentivo genera valore aggiunto a vantaggio dell’economia italiana”.

Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha quindi ribadito l’impegno -già enunciato in occasione del suo insediamento- nell’ambito di una audizione alla Commissione Ambiente della Camera.

La lezione del 55% va estesa –ha proseguito– ad altre aree di interesse della protezione dell’ambiente perché se noi muoviamo investimenti nella protezione dell’ambiente il ritorno economico è positivo” e ha concluso asserendo che “dobbiamo uscire da una visione che porta a valutazioni separate degli effetti economici delle misure fiscali e degli incentivi”.

Non solo quindi verranno riconfermati gli sgravi fiscali in scadenza al 31 dicembre -anche se nella manovra approvata dal Governo non è ancora chiaro con quali modalità- ma ci saranno anche nuovi provvedimenti sugli incentivi per le fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico.

Il Ministro ha, infatti, annunciato che lui e i suoi tecnici stanno lavorando «al completamento del pacchetto di incentivi per le fonti rinnovabili» e già entro la metà di dicembre potrebbe essere pronto il nuovo provvedimento, anche «per facilitare gli investimenti».

Il decreto legislativo 28 (il decreto Romani, ndr) che ha recepito la direttiva europea sulle fonti rinnovabili è stato, infatti, completato solo per il fotovoltaico, con il Quarto Conto energia.

Riguardo al quale il ministro Clini è stato molto chiaro sgombrando il campo da ipotesi di rimettere mano agli incentivi per il settore fotovoltaico: «Il quarto conto fotovoltaico è già stabilito, toccarlo avrebbe effetti più negativi che positivi, anche dal punto di vista economico».

«Dobbiamo affrontare la tematica di tutte le altre fonti rinnovabili regolamentate –ha quindi sottolineato il ministro– a partire dalle biomasse e biocombustibili, tenendo conto che da un lato bisogna assicurare la massima utilizzazione di queste fonti e dall’altro il rispetto degli usi bilanciati del territorio».

Una delle principali preoccupazioni di Clini è quella di evitare che la produzione di biomasse ai fini energetici e di biocombustibili finisca con l’entrare in competizione con le produzioni agricole. Secondo il ministro, inoltre, è necessario incentivare soprattutto le «tecnologie che consentirebbero all’Italia di giocare una partita importante» sul piano internazionale.

L’obiettivo da perseguire, sempre secondo il ministro, è di riuscire a «fare un salto tecnologico» in particolare sul solare «dal momento che adesso riusciamo a sfruttare soltanto l’8% delle potenzialità dei moduli, se già arrivassimo al doppio sarebbe un risultato straordinario ma ci sono studi che parlano anche del 40%» .

Clini si è anche pronunciato sulla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP 17) in corso a Durban, cui il Ministro parteciperà dopo il 6 dicembre.

«Abbiamo di fronte una sfida molto complicata -ha detto il responsabile del dicastero dell’Ambiente- per ridurre le emissioni di carbonio e proteggere il clima dobbiamo cambiare il sistema energetico, dobbiamo sviluppare e far crescere il ruolo delle fonti rinnovabili. Tutto questo deve avvenire su una scala globale».

Per superare le difficoltà nel raggiungere accordi a scala planetaria Clini suggerisce la via delle «relazioni bilaterali che potrebbero essere un nuovo modo di affrontare i negoziati. I cinesi sono interessati a un partenariato con l’Italia basato sul tentativo di far convergere su aspetti settoriali un impegno comune»

La strada dunque potrebbe essere quella di «un partenariato tra economie sviluppate ed economie emergenti per un’economia globale ‘decarbonizzata’ basata su regole condivise, sulla cooperazione tecnologica, misure e incentivi globali a favore di energie e tecnologie a basso tenore di carbonio».

«La domanda di energia –ha aggiunto Clini- cresce soprattutto nei paesi che stanno uscendo dal sottosviluppo (dalla Cina al Sudafrica, dall’India al Brasile, dal Messico all’Indonesia) e nessuno può chiedere a questi paesi di bloccare la propria crescita economica. D’altra parte l’aumento della domanda di energia può essere disgiunto dall’aumento delle emissioni sviluppando e usando fonti energetiche e tecnologie a basso contenuto di carbonio a cominciare dalle rinnovabili».